Sanremo (cit.)
- giorgiocavagnaro
- 8 feb 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Inutile, scrivere un articolo su Sanremo. Inutile se si pensa di aggiungere, di strologare, di sorprendere scovando nel festival aspetti inesplorati, sconcertanti.
Inutile e impossibile, come trovare il pelo nell’uovo del tenente Colombo, perché Sanremo è tutto. Ovviamente un tutto che comprende il suo contrario, perché il tutto è il tutto, signori miei, come Sanremo è Sanremo, e il cerchio si chiude da sè.
Si potrebbe obiettare che l’intellighenzia, lei no. Che l’enclave pensante del paese fuori si chiama dal bailamme, ostentando sdegnosa indifferenza. Ma poi li vedi tutti su Facebook a trinciar giudizi, osservazioni, pareri che denotano anche una certa preparazione, su Achille Lauro già dato vincente o su Benigni che ha rotto ma invece no, avercene, fiumi di parole (cit. Jalisse), nobile gara di facezie che appartiene intimamente a noi, italico sale della terra dai tempi del Gattopardo.
Ecco, il Gattopardo. Sanremo cambia, cambia parossisticamente ogni anno perché niente cambi. E niente cambia, infatti, perché Sanremo giustappone, non inventa. E’ una casa senza fine (cit. G.Paoli), di quelle che, partite da uno stile popolar-minimalista, negli anni si ritrovano zeppe di oggetti presi qua e là, ai mercatini o dall’antiquario di Boston, dal fallimento svuotatutto o nella soffitta di nonna, da Ikea o dalla galleria d’arte avanguardista. Panta rei, tutto scorre, sul palco ogni anno più ricco, più glamour ma con la scala fissa, motore immobile della speranza che prima o poi la star di turno inciampi e si rompa l’osso del collo in diretta, orrore e libidine perversa. La folla aspetta sempre di vederla grossa (cit. A.Manzoni), a Sanremo e in formula1, in politica e dappertutto. E’ un suo diritto acquisito e guai a negarglielo. Impossibile, e inutile. Ultime notizie: la caduta è andata in scena, nessuno si è fatto male, peccato.
Sanremo cambia come i governi che si succedono nel tempo, ognuno con la sua sfida rivoluzionaria, tristemente e puntualmente annegata nel manuale Cencelli.
Il tutto nella più assoluta trasparenza dell’inganno, attenzione. Niente sia celato al pubblico e all’elettorato padrone e sovrano, come in un incontro di wrestling più vero del falso e più falso del vero.

Subliminalmente conscio del segreto di Pulcinella che anima tutti i sanremi e i governi del mondo, il pubblico, noi, si bea dell’esibizione della mediocrità rassicurante, della cafonaggine che ti fa sentire un lord, dell’impagabile sensazione che tu no, non sei “come loro”. Tu valuti, scegli, voti, sei arbitro insindacabile, sovrano, del governo e della classifica finale di Sanremo. Siamo figli delle stelle (A.Sorrenti), pronipoti di sua Maestà il denaro (F. Battiato), e il naufragar c’è dolce, in questo mare (G.Leopardi). Dirige il maestro Beppe Vessicchio. Ovazione.
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