Ghostwriter
- giorgiocavagnaro
- 25 dic 2019
- Tempo di lettura: 2 min
Araldo faceva un mestiere strano, completamente nuovo rispetto ai soliti mestieri che tutti conoscono: l’ingegnare, l’avvocato, l’astronauta, il pompiere, il netturbino, tutte le professioni che in genere i bambini dicono di voler coltivare e finalmente, da grandi, esercitare.
Si sa, i tempi cambiano, i lavori scarseggiano. Anzi, da un po’ di tempo in qua si può tranquillamente dire che di lavoro non ce n'è ’più per nessuno. I governi si alternano, inventano le più colossali fregnacce per dare l’illusione che sì, ci sarà occupazione per tutti, che la povertà è ormai un lontano ricordo, che il paese crescerà lentamente ma irresistibilmente, sul modello di una Nigeria o, addirittura, di un Burkina Faso. Ma la realtà è che il sogno del pompiere, dell’astronauta, del netturbino è destinato a rimanere chiuso a doppia mandata nel cassetto, per chi ha ormai trentacinque anni suonati.
Quella è appunto l’età di Araldo, ragazzone di uno e novanta con disponibilità di un’ampia camera nella vecchia casa dei genitori. Camera con parquet in iroko, installato su marmittoni multicolori con prevalenza rosso, passati di moda da parecchio anche se poi rivalutati negli anni ottanta, novanta e duemila.
Araldo passava molto del suo tempo al computer, collegato al principale socialnetwork in circolazione, ma sì, facciamone il nome: Facebook, non credo ci siano problemi di pubblicità in esclusiva o roba così. Il ragazzone aveva notato che, come accade nella vita reale, ogni tanto si diffondeva su Facebook la notizia che il profilo del tale o della signora talaltra non veniva più aggiornato con secchi giudizi politici, foto di vacanze esotiche o pungenti allusioni

a sfondo sessuale. E piano piano tutti, amici e conoscenti virtuali, gente che non aveva mai visto dal vero il signor Tale o la signora Talaltra, cominciavano a preoccuparsi.
“Ma che fine hai fatto? Ti avevo detto in pvt quella cosa, capito quale, no?” “ Ehi, stronzo, sei scappato eh? Eccolo, il leone da tastiera. Ma io ti aspetto al varco, ti aspetto.” Fino a quando non compariva un “ Amici di Talaltra, devo darvi una notizia terribile. La nostra amica amatissima non c’è più, è volata in cielo il mese scorso, perciò è inutile che continuate a scriverle, anche se sono certa che di lassù Lei continua a leggere tutto. ” E in effetti la gente, prima costernata e poi sempre più continuava a scrivere su quella bacheca rimasta appesa come una macchina senza pilota.
Così Araldo capì che c’era assoluto bisogno di una nuova figura professionale: il gestore di profili morti. Prima prendeva contatto, con estrema discrezione e tatto, con i parenti del profilo trapassato, stringeva un accordo con loro, ben felici di mantenere vitale, anzi, a tutti gli effetti viva, la personalità del caro estinto e poi, dietro un modesto compenso, ne prendeva letteralmente il posto.
Dopo pochi mesi Araldo gestiva brillantemente, e anche divertendosi un mondo, un portfolio di oltre 40 profili morti, impersonando alla grande altrettante anime trapassate, di cui aveva studiato con attenzione personalità, indole e stile di scrittura su Facebook.
Era diventato un Ghostwriter di successo. Il solo, però, che poteva fregiarsi con autentica, rigorosa precisione di un titolo professionale fino a quel momento guardato con supponenza e disprezzo da tutti.
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